Il Presidente di Ance Messina Pippo Ricciardello ritiene opportuno fare sentire la voce dei costruttori messinesi in un momento cruciale per il comparto dell’edilizia: “Tra pandemia, guerra in Ucraina e PNRR l’andamento dell’economia europea sembra ritornare a rischio proprio nel momento in cui, attraverso il Piano di ripresa della UE, si intravvedevano possibilità di ripresa importanti anche per il nostro settore. All’interno di Ance, ma non solo, anche tra i rappresentanti di tutta la filiera delle costruzioni, stiamo cercando possibili soluzioni immediate agli incrementi esponenziali e non più gestibili del costo delle materie prime e delle fonti energetiche. È un problema enorme che esiste da mesi, ma potrebbe esplodere con le altre emergenze legate al conflitto russo-ucraino, mettendo in serio pericolo non solo la partenza e l’avanzamento delle nuove opere, ma soprattutto il proseguimento dei cantieri in corso di esecuzione, con evidenti ripercussioni sulla collettività che non potrà beneficiare di opere fondamentali concluse nei tempi stabiliti. Si rischia il blocco dei cantieri e molte aziende di tutte le dimensioni sono alle prese con problemi finanziari molto seri. A questo punto, con tanti lavori programmati per il PNRR, che, insieme alle riforme, dovrebbero dare un volto nuovo e moderno a tutto il Paese, non si capisce chi poi sarà in grado di eseguirli, vista la probabile riduzione drastica del numero delle imprese. Ci troveremo con fonti di finanziamento enormi a disposizione, senza la possibilità di avere una catena produttiva enorme come quella dell’edilizia in grado di funzionare, bloccata da prezzi troppo alti delle materie prime e materiali”
Ricciardello non si occupa solo dei problemi contingenti: “In Italia esiste il fenomeno diffuso da parte delle grandi stazioni appaltanti di assegnare importi rilevanti non solo per la manutenzione delle reti di trasporto o infrastrutturali attraverso i cosiddetti accordi quadro pluriennali, aggiudicati anche oltre 5-6 anni fa, con lavori definiti solo sommariamente per importi generali che, adesso, devono essere eseguiti e gli enti concludono dei contratti attuativi a prezzi relativi al 2016 o anche prima, da applicare a lavorazioni che richiedono impiego di materiali o energia con costi enormemente aumentati rispetto ad allora. Quindi – sottolinea Ricciardello – non c’è nessuna possibilità di realizzare quelle opere e le imprese, anche di grande dimensione, sono destinate a chiudere, insieme a tutta la filiera ed ai subappaltatori. Rischiamo seriamente il blocco dei cantieri da parte delle imprese e il fermo degli impianti da parte dei produttori. Occorre una azione unitaria di tutto il comparto, al di là delle sigle e delle competenze, perché il pericolo è molto alto.”
Il presidente dei costruttori messinesi ritiene indispensabile un intervento legislativo chiaro, immediato e soprattutto strutturale, non legato all’emergenza: “Qui non si tratta di dare ristoro alle imprese o di concepire un sistema come quello attuato nel 2021 con i decreti del Ministero che fissano le variazioni dei costi di alcuni materiali, tra l’altro con metodi di rilevazione non sempre rispondenti alla realtà o considerando solo alcuni materiali e non altri in base a criteri poco comprensibili. Occorre una legge che dia la possibilità di considerare i contratti attuativi degli accordi quadro oppure, ad esempio, i lavori da eseguire sugli appalti integrati come quello che in effetti sono e, cioè, degli atti aggiuntivi, da eseguire con prezzi realmente aggiornati alla realtà. Questo – precisa Ricciardello – nell’interesse primario della realizzazione di opere fondamentali per mantenere efficienti le infrastrutture del Paese, perché questo è l’oggetto dei lavori affidati con Accordi Quadro in Italia. Non è quindi, solo un problema economico degli imprenditori, ma qualcosa che incide sulla qualità della vita di tutti i cittadini; perciò, la pubblica amministrazione non può trascurarlo. Bisogna arrivare – secondo Ricciardello – a un riequilibrio contrattuale economico e temporale automatico nella sua applicazione, a seguito degli stravolgimenti provocati dal caro-materiali e dal costo dell’energia, in modo da dare agli enti le risorse per modificare i quadri economici, poter procedere con un ridimensionamento delle opere da realizzare con l’appalto o, in alternativa, con una risoluzione consensuale dello stesso, senza ulteriori code di carattere giudiziario. Esistono diversi metodi – conclude Ricciardello – applicati nel resto d’Europa, come quello francese di compensazione forfettaria, automatizzando la revisione prezzi. Il nostro Governo individui quello più adatto e rispondente alla realtà e lo applichi. Non c’è un attimo da perdere.”